- venerdì 7 Giugno, 2024

La Banca Centrale Europea (BCE) e la Federal Reserve (FED) degli Stati Uniti sono due delle istituzioni finanziarie più influenti al mondo, responsabili della formulazione e dell’attuazione delle politiche monetarie nei rispettivi territori.

 

Le loro decisioni hanno un impatto significativo sull’economia globale, sugli investimenti e sulle condizioni finanziarie. Esaminiamo quindi insieme le strategie e le prospettive di queste due banche centrali.

1. FED: la banca più importante del mondo

La Federal Reserve, ovvero la banca centrale più importante del mondo, governa il dollaro USA, la valuta di riserva mondiale.

 

La FED ha come obiettivo primario la massimizzazione dell’occupazione e la stabilizzazione dei prezzi. Si riunisce otto volte l’anno per analizzare l’andamento economico generale e fissare i tassi di interesse.

 

La Federal Reserve, tramite i vari strumenti di politica monetaria, influenza la domanda e l’offerta di liquidità all’interno del sistema economico. Le decisioni sui tassi di interesse, in particolare, hanno un effetto significativo sul dollaro USA. Per questo motivo occorre prestare particolare attenzione alle date in cui avvengono le riunioni e, soprattutto, conoscere quali sono le aspettative del mercato.

 

È molto importante sapere se la FED intende adottare:

 

  • Una posizione dovish (colomba) ossia una politica monetaria espansiva, favorevole al mantenimento di un basso livello dei tassi di interesse al fine di stimolare una ripresa economica;
  • Una posizione hawkish (falco) ossia una politica monetaria restrittiva, volta ad aumentare i tassi di interesse al fine di raffreddare l’economia e ridurre eventuali pressioni inflazionistiche.

2. BCE: quali funzioni svolge?

La BCE (la Banca Centrale Europea) è la banca centrale dei paesi dell’Unione Europea che utilizzano l’euro come valuta. Questi paesi costituiscono l’Eurozona, una delle più grandi regioni economiche del mondo.

 

L’obiettivo primario della BCE è quello di mantenere la stabilità dei prezzi (ossia mantenere l’inflazione al di sotto del 2% annuo).

 

Le funzioni principali della BCE sono quelle di:

 

  • Definire e attuare la politica monetaria dell’Unione Europea;
  • Detenere e gestire le riserve ufficiali degli stati membri;
  • Operare sul mercato dei cambi;
  • Promuovere il regolare funzionamento dei sistemi di pagamento.

 

La BCE si riunisce ogni sei settimane (di giovedì) e ogni riunione è seguita da una conferenza stampa.

 

Per gli investitori che lavorano sui mercati finanziari (in particolare su quelli valutari) è importante sapere quando è programmata la riunione della BCE perché è frequente che in quelle date si registri un deciso incremento della volatilità.

3. Gli strumenti a disposizione delle banche centrali

Con il termine “politica monetaria” si fa riferimento alle decisioni che le banche centrali prendono al fine di ottenere una crescita economica sostenibile e tenere sotto controllo il livello di inflazione.

 

  • Quando le banche centrali vogliono sostenere la crescita economica aumentano la quantità di denaro disponibile, stimolando consumi e investimenti (si parla di “espansione monetaria” o di atteggiamento “dovish”);
  • Quando le banche centrali vogliono raffreddare la crescita economica (spesso per diminuire il livello di inflazione) riducono la quantità di denaro disponibile (si parla di “restringimento monetario o di atteggiamento “hawkish”).

 

Gli strumenti che le banche centrali utilizzano per aumentare o diminuire la quantità di denaro all’interno del sistema economico sono sostanzialmente due:

 

  • I tassi di interesse, attraverso i quali le banche centrali regolano il costo dei finanziamenti contratti da cittadini e imprese;
  • Il Quantitative easing ed il Quantitative tightening. Attraverso il Quantitative easing, la banca centrale compra titoli di stato dalle principali banche. L’aumento della domanda di titoli di stato provoca una salita dei prezzi dei bond ed una riduzione dei rendimenti. Grazie alla riduzione dei rendimenti, le imprese e gli stati possono emettere delle obbligazioni ad un tasso più basso, riducendo così il loro costo per interessi. Il Quantitative tightening è invece l’operazione opposta.

4. FED e BCE: prospettive per il 2024

Lagarde (Presidente della BCE), probabilmente taglierà 25 punti base a giugno e brucerà sul tempo Powell (Presidente della FED). Una dinamica dettata dalla resistenza dell’inflazione USA. Nel contesto attuale, infatti, è andato inevitabilmente proseguendo il riprezzamento delle attese di politica monetaria relative alla FED e, come sua naturale conseguenza, il rialzo dei tassi obbligazionari.

 

Infatti, se a fine 2023 i futures (contratto derivato standardizzato con il quale due parti si impegnano a scambiare un bene finanziario o reale ad una data futura e ad un prezzo prefissati) ipotizzavano un primo taglio dei tassi già a marzo, tali aspettative hanno visto una progressiva riduzione ed il ciclo di ribasso è stato sia spostato sempre più avanti nel tempo sia ridotto in termini di entità: ora il mercato sconta il primo taglio a settembre e la riduzione complessiva apprezzata entro fine 2025 è di 150 punti base, dal 5,5% al 4%.

 

Più stabili sono invece le attese sulla BCE, che si trova a fronteggiare un’inflazione inferiore di appena il 2,4% su base annua ma anche una crescita più debole (le stime per il 2024 sono in fase di stabilizzazione allo 0,5%): appare concreta l’ipotesi di un alleggerimento di 25 punti base nella riunione del 6 giugno e di analoghe mosse nei mesi successivi fino a portare il tasso sui depositi a 2,5% a fine 2025.