
Economia italiana e debito pubblico: un binomio che ormai da anni è diventato pressoché indivisibile.
Per quanto riguarda l’economia del nostro Paese, infatti, il debito pubblico rientra tra le questioni centrali (e ‘trainanti’) dei vari asset che guidano anche il mercato nazionale, ma non solo.
È vero che l’Italia è uno dei Paesi più indebitati? Qual è il rapporto tra Btp e debito pubblico?
Per fare il punto sulla situazione attuale è bene precisare che stiamo parlando di un debito di oltre 2.800 miliardi di euro, più o meno 145% del PIL. Di conseguenza, sì, è vero, l’Italia rientra a pieno titolo tra i Paesi con il livello di indebitamento più alto al mondo.
1. BTP e debito pubblico
Prima di sviluppare ulteriormente la nostra analisi conviene però ricordare cosa sono i BTP (Buoni del Tesoro Poliennali), ovvero: titoli di debito emessi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per finanziare il debito pubblico italiano. Si tratta di strumenti a medio-lungo termine, le cui scadenze variano dai 3 fino addirittura ai 50 anni.
Il Debito Pubblico, invece, rappresenta l’ammontare totale delle passività accumulate nel corso degli anni in un Paese per via dei disavanzi di bilancio. Questo avviene quando le spese dello Stato superano le sue entrate. Inoltre, il debito pubblico viene misurato principalmente in rapporto al PIL (Prodotto Interno Lordo). Va da sé che la relazione debito/PIL sia un indicatore essenziale per riuscire a valutare la sostenibilità del debito stesso.
Focalizzandoci sulla spesa pubblica in Italia si può affermare che nell’ultimo ventennio del XX secolo questa sia incrementata in modo decisamente significativo, in particolare per via dell’indebitamento derivato dai finanziamenti di spese correnti, così come da politiche fiscali espansive ed eventi economici sfavorevoli.
Focalizzandoci sulla spesa pubblica in Italia si può affermare che nell’ultimo ventennio del XX secolo questa sia incrementata in modo decisamente significativo, in particolare per via dell’indebitamento derivato dai finanziamenti di spese correnti, così come da politiche fiscali espansive ed eventi economici sfavorevoli.
2. Cosa ha fatto l'Italia per ridurre il debito ?
Cosa ha fatto l’Italia negli ultimi anni per ridurre il suo debito?
Prima di tutto bisogna evidenziare che, purtroppo, i margini di manovra al momento sono sicuramente limitati, anche per la crescita economica abbastanza bassa.
D’altra parte, il nostro debito pubblico è indubbiamente connesso alle dinamiche europee e proprio grazie alle politiche monetarie espansive della BCE – ovvero la Banca Centrale Europea – volte a mantenere i tassi di interesse ai minimi storici, il costo del servizio del debito è rimasto relativamente basso.
Non dimentichiamoci, però, che aumentare i tassi di interesse comporterebbe un aumento del costo del debito. Questo non farebbe altro che comportare notevoli difficoltà alle finanze pubbliche e alla loro gestione.
3. BTP e debito pubblico
A questo punto, inevitabilmente, il nostro tema si allarga da “Btp e debito pubblico” a “Btp, debito pubblico e zona euro“…
L’Italia, infatti, non può prescindere dalle dinamiche europee, ad esempio deprezzando la sua moneta così da ridurre il debito (non trattandosi di una valuta a sé non sarà mai possibile).
I BTP nell’Unione Europea vengono percepiti come indicatori della stabilità economica (nonché della fiducia degli investitori) del nostro Paese. Ecco perché la possibilità che i tassi di interesse aumentino potrebbe rischiare di mettere sotto pressione il mercato dei BTP e, allo stesso tempo, la sostenibilità del debito italiano.
In Europa in vetta alla classifica dei Paesi più indebitati c’è l’Italia, ma comunque in altri Paesi, come Francia e Spagna, la situazione non è molto diversa, con un debito pubblico superiore alla media delle altre nazioni europee.
Dalla spesa pubblica elevata agli interessi sul debito, senza dimenticare un basso tasso di crescita, sono molteplici i principali fattori che contribuiscono all’alto debito pubblico e le cause principali che lo hanno generato non sono di certo iniziate negli ultimi anni.
Risulta allora fondamentale valutare attentamente quali possano essere le prospettive per ridurre il debito pubblico e le strategie per ottimizzare il settore delle finanze. Crescita economica sostenibile, riforme strutturali e gestione del debito rientrano senza ombra di dubbio tra le tematiche da non sottovalutare per iniziare un cambio di rotta.
Inoltre, per ciò che concerne strettamente i BTP dobbiamo sottolineare che nell’ambito del finanziamento del debito pubblico italiano sono un pilastro letteralmente fondamentale. Questo significa che tanto le scelte politiche quanto le riforme strutturali si imporranno come decisive per garantire una gestione responsabile del debito, senza ovviamente rovinare la fiducia degli investitori.
La crescita economica e la sostenibilità dei conti pubblici, quindi, sono profondamente influenzate dal livello di indebitamento. Proprio per questo per tentare di ridurre il debito pubblico converrebbe aumentare la crescita economica.
È un dato di fatto: quando cresce il PIL il rapporto debito/PIL diminuisce. Tuttavia, per una crescita concreta e duratura non sono poche le sfide che si prospettano al nostro Paese. Si tratta di vere e proprie sfide strutturali, tra cui l’invecchiamento della popolazione o la stagnazione degli investimenti.
Anche per questo, in un’ottica di miglioramento complessivo, è indispensabile valutare e prendere seriamente in considerazione l’inserimento di più giovani nel mercato del lavoro e l’investimento in tecnologie innovative.