- lunedì 17 Giugno, 2024

La scelta tra acquistare un BOT (Buono Ordinario del Tesoro) e un BTp (Buono del Tesoro Poliennale) dipende dai tuoi obiettivi di investimento, dal tuo orizzonte temporale e dalla tua tolleranza al rischio.

 

Il capital gain, o plusvalenza, è un termine che indica il guadagno generato dalla vendita di un asset quando il suo prezzo di vendita supera il prezzo di acquisto. Si tratta di un concetto fondamentale per investitori e contribuenti, in quanto le plusvalenze sono soggette a tassazione. L’imposta applicata varia a seconda del titolo in cui si investe.

1. Come si calcola il capital gain?

  1. Determinazione della base imponibile. Si tratta, generalmente, del prezzo di acquisto più eventuali commissioni o spese pagate;
  2. Calcolo dell’importo realizzato. Corrisponde al prezzo di vendita meno eventuali commissioni o spese pagate;
  3. Sottrazione della base imponibile dall’importo realizzato. Se l’asset è stato venduto a un prezzo superiore rispetto a quello pagato originariamente allora si è realizzata una plusvalenza. Se, invece, l’asset è stato venduto a un prezzo inferiore rispetto a quello di acquisto allora si è realizzata una minusvalenza. Il valore del capital gain si può calcolare anche in percentuale, dividendo il guadagno per la base e moltiplicando per 100.

 

Esempi:

 

  • Mario decide di acquistare un BTp per un valore nominale di 10.000 euro con un tasso di interesse annuo del 2%. Dopo alcuni anni, il valore del suo BTp aumenta, in quanto offre adesso un rendimento migliore rispetto agli strumenti di nuova emissione. L’asset viene venduto a 10.500 euro. Mario ha realizzato una plusvalenza di 500 euro, oltre alla cedola semestrale del BTp, che rappresenta essa stessa una plusvalenza realizzata periodicamente.
  • Arianna acquista 100 azioni di una società a 50 euro per azione, spendendo quindi un totale di 5.000 euro. Dopo più di un anno, il prezzo delle azioni aumenta e arriva a 60 euro a causa del buon andamento dell’azienda. Vendendo le azioni, Arianna ottiene un capital gain di 1.000 euro.

2. Come vengono tassate le plusvalenze delle obbligazioni?

In Italia il capital gain sugli investimenti in obbligazioni è soggetto ad una tassazione fissa, che dipende dal tipo di asset.

 

La tassazione del capital gain è fissata al:

 

  • 26% per i guadagni generati dalla vendita di obbligazioni corporate;
  • 12,5% per le plusvalenze realizzate sui titoli di Stato, come BOT e BTp, considerati investimenti a basso rischio, e su obbligazioni sovranazionali.

3. Come dichiarare il capital gain?

Per comprendere come dichiarare le plusvalenze, è necessario prima determinare la categoria di redditi a cui appartengono secondo il TUIR, il Testo Unico delle Imposte sui Redditi. Le plusvalenze rientrano all’interno della categoria dei redditi diversi di natura finanziaria, ex. art. 67 del TUIR.

 

Le plusvalenze rappresentano un reddito incerto sia nella realizzazione sia nella quantità, a differenza dei redditi derivanti da dividendi o interessi, che sono classificati come redditi da capitale e sono certi nella loro realizzazione, anche se incerti nella quantità.

 

La dichiarazione fiscale della plusvalenza realizzata dipende dal regime a cui si aderisce. In particolare:

 

  • Regime dichiarativo: l’investitore gestisce autonomamente gli investimenti e gli adempimenti fiscali, in tal caso le plusvalenze andranno indicate nella dichiarazione dei redditi che deve essere presentata entro il 30 giugno dell’anno successivo;
  • Regime amministrato: l’investitore gestisce gli investimenti, ma delega gli adempimenti fiscali alla banca, al broker online o all’intermediario finanziario che funge da sostituto d’imposta e versa le tasse direttamente. Si applica il cosiddetto regime di cassa e quindi l’imposta trova applicazione al momento della realizzazione della plusvalenza. All’investitore, di fatto, al momento della vendita o della scadenza del titolo, viene distribuito solo l’importo al netto della fiscalità;
  • Regime gestito: la banca o l’intermediario finanziario gestisce sia il capitale che gli adempimenti fiscali, effettuando i calcoli di plusvalenza o minusvalenza alla fine dell’anno. Trova applicazione il regime di competenza, quindi l’imposta sul capital gain viene applicata sulle plusvalenze maturate durante il periodo fiscale. Non esiste la differenza tra redditi da capitale e redditi diversi, e l’imposta sostitutiva viene pagata sul risultato complessivo della gestione di competenza.

 

Laddove si opti per il primo regime, il contribuente che realizza una plusvalenza dovrà compilare il quadro RT e, in particolare (i) in RT21 andrà indicato il corrispettivo incassato, (ii) in RT22 il valore fiscale riconosciuto dalla partecipazione e (iii) in RT23 la plusvalenza realizzata o l’eventuale minusvalenza.

 

Quando si realizza una minusvalenza c’è poi la possibilità di sfruttare il meccanismo della compensazione, che potrà essere operato entro i quattro anni successivi al momento in cui si sono generate con plusvalenze dello stesso tipo.