
Meta, Microsoft, Oracle, Alphabet e molti altri colossi temono che la tecnologia attuale possa minacciare seriamente le loro attività. Per le big tech globali, l’intelligenza artificiale rappresenta sia una benedizione che una maledizione.
Come sottolinea Bloomberg, da un lato i dirigenti competono nel mostrare quanto le loro aziende stiano sfruttando con successo questa tecnologia emergente, dall’altro sono consapevoli che, a lungo termine, essa potrebbe minacciare seriamente le loro attività.
1. Le dubbi e incognite dell'AI
Meta ha annunciato che i suoi sistemi di intelligenza artificiale potrebbero essere utilizzati per generare fake news e disinformazione durante le prossime elezioni presidenziali americane.
Microsoft, invece, prevede che nel processo di formazione dei propri modelli potrebbero sorgere rivendicazioni legate al copyright.
Oracle, dal canto suo, ammette che i suoi prodotti potrebbero non funzionare bene come quelli dei concorrenti.
In generale, almeno una dozzina di aziende tecnologiche hanno emesso o aggiornato i “fattori di rischio” riguardanti l’intelligenza artificiale nei rapporti inviati alla Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti.
Tra le altre aziende, Bloomberg cita Alphabet, la società madre di Google. Secondo il colosso di Mountain View, la tecnologia potrebbe avere un impatto negativo sui diritti umani, sulla privacy, sull’occupazione e su altre questioni sociali, portando a cause legali o danni finanziari significativi.
Un caso emblematico riguarda Adobe: pur affermando pubblicamente che Photoshop e gli altri suoi programmi rimarranno fondamentali per i professionisti creativi, nei documenti ufficiali la società riconosce che la diffusione dell’intelligenza artificiale potrebbe sconvolgere la forza lavoro e la domanda per i suoi software.
2. Preoccupazioni diventate realtà
In alcuni casi, paure e preoccupazioni sono già diventate realtà.
Ad inizio 2023, Nvidia aveva espresso preoccupazione che l’uso improprio dell’intelligenza artificiale potesse portare a restrizioni sui suoi prodotti.
Questa preoccupazione si è concretizzata: dopo il divieto sui chip cinesi imposto dal governo Biden, il colosso di Santa Clara ha effettivamente adottato misure in tal senso.