
BTP Valore, BTP Green o più semplicemente BTP, il 2024 è stato un anno record per le nuove emissioni dei titoli di Stato italiani, che hanno ingolosito tutti: fondi, istituzionali ma anche privati cittadini a caccia di rendimenti sicuri.
Il 2024 verrà ricordato come un anno straordinario per le emissioni di titoli di Stato italiani, con i BTP (Buoni del Tesoro Poliennali) che hanno registrato livelli record di domanda e interesse da parte degli investitori.
In particolare, le diverse categorie di BTP, come il BTP Valore e il BTP Green, hanno consolidato il ruolo dell’Italia nel panorama finanziario europeo e globale.
Tra i risultati più significativi spiccano le emissioni del BTP decennale e del BTP Green. Il primo ha attirato richieste superiori a 140 miliardi di euro, mentre il secondo, con una scadenza ventennale, ha raccolto una domanda vicina ai 130 miliardi di euro.
Complessivamente, la raccolta ha raggiunto circa 270 miliardi di euro, segnando un record storico per il Paese.
Il successo di questi titoli riflette non solo l’attrattività del debito pubblico italiano, ma anche la crescente sensibilità degli investitori verso strumenti finanziari sostenibili. Il BTP Green, in particolare, rappresenta un segnale chiaro dell’impegno dell’Italia nel sostenere la transizione ecologica, finanziando progetti legati alla sostenibilità ambientale e alla riduzione delle emissioni di carbonio.
L’anno record per le emissioni di titoli è stato reso possibile anche grazie a un contesto economico globale che ha favorito l’interesse per strumenti sicuri e ad alto rendimento. L’Italia ha saputo sfruttare questo scenario, proponendo titoli con rendimenti competitivi e solidi, capaci di attrarre sia investitori istituzionali che retail.
Durante il 2024 i cittadini italiani sono stati attratti non solo da rendimenti sul decennale che in determinati periodi hanno superato il 4% lordo, ma anche dalle agevolazioni fiscali che lo strumento consente sulle plusvalenze realizzate: il 12,50% di imposte sul capital gain, meno della metà rispetto al 26% previsto per le obbligazioni societarie.
Per comprendere meglio le dinamiche legate ai BTP vediamo di seguito degli esempi concreti su due strumenti acquistati nella stessa data, con la stessa cedola, allo stesso prezzo e con la stessa scadenza.
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Le incognite politiche (Ucraina, Medio Oriente, Siria) permangono tali anche se recentemente sono emersi segnali di concreti tentativi di pace, soprattutto per quanto concerne i negoziati in corso tra Israele e Hamas.
Il 2025, infatti, potrebbe essere caratterizzato dalla ricerca di nuovi equilibri internazionali con valutazioni in corso in merito al ruolo che potrebbe acquisire l’Unione Europea a fronte di un possibile scontro economico USA-CINA. Per la UE, i pilastri di sviluppo sono da tempo energia, difesa, innovazione tecnologica oltre all’accettazione della consapevolezza che a fronte dei mercati finanziari giganteschi che si affronteranno a livello mondiale (USA-CINA) l’unica possibilità di autonomia è data da un’Unione forte e coesa.
Probabilmente Trump potrebbe cercare di approcciare singolarmente i paesi NATO, proprio per minare la coesione europea e questa possibilità rappresenterà un punto di attenzione molto importante nell’anno a venire, anche perché le prossime votazioni, ad esempio in Germania, potrebbero creare ulteriori tumulti politici dopo quelli già emersi prima in Spagna e poi in Francia.
Anche le recenti dichiarazioni di Trump su Canada e Groenlandia (il tycoon avrebbe espresso il desiderio di annettere i due paesi utilizzando la forza, ove necessario) sembrerebbero rientrare più in un contesto di propaganda che in un reale desiderio espansionistico, che peraltro violerebbe il diritto internazionale, ma potrebbero comunque essere sufficienti a destabilizzare il quadro internazionale, se reiterate.
L’India appare sempre più forte ed in crescita (+ 6% il PIL) con un’economia molto dinamica e rappresenta ora un effettivo competitor regionale della Cina, ormai con una dimensione consolidata a livello internazionale tenuto conto che la Borsa indiana ha volumi addirittura maggiori rispetto a quelli di Europa e Stati Uniti, oltre ad un significativo numero di IPO nel 2024 a testimonianza dell’interesse crescente dei risparmiatori.
Sul piano monetario, la FED avrebbe annunciato due soli tagli nel 2025 (meno rispetto a quanto precedentemente previsto), mentre la BCE ha previsto di dar seguito al percorso intrapreso, con quattro tagli previsti entro l’anno, e ciò potrebbe costituire un possibile ulteriore divaricamento del costo del denaro tra Stati Uniti ed Unione Europea. Uno dei motivi principali di tale variazione di strategia è rappresentato dal fatto che l’economia americana appare in forte crescita, mentre quella europea risulta ancora poco reattiva.
Nel 2025 potremo valutare le prime applicazioni dell’intelligenza artificiali nei vari settori economici e sociali che si dovrebbero poi sviluppare in modo significativo nel 2026. Anche questo cambio di paradigma tecnologico presenta delle incognite correlate all’effettiva incidenza sulle filiere produttive in termini di risultati, agli effetti reali in termini occupazionali ed in definitiva anche di reale governabilità di tale tecnologia.
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Economia italiana e debito pubblico: un binomio che ormai da anni è diventato pressoché indivisibile.
Per quanto riguarda l’economia del nostro Paese, infatti, il debito pubblico rientra tra le questioni centrali (e ‘trainanti’) dei vari asset che guidano anche il mercato nazionale, ma non solo.
È vero che l’Italia è uno dei Paesi più indebitati? Qual è il rapporto tra Btp e debito pubblico?
Per fare il punto sulla situazione attuale è bene precisare che stiamo parlando di un debito di oltre 2.800 miliardi di euro, più o meno 145% del PIL. Di conseguenza, sì, è vero, l’Italia rientra a pieno titolo tra i Paesi con il livello di indebitamento più alto al mondo.
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Aggiornamento del 9 dicembre 2024
A livello internazionale permangono le aree di crisi anche se Trump ha affermato che ritiene di poter riuscire a realizzare almeno una tregua sia in Ucraina che in Medio Oriente.
In settimana il collasso del governo siriano ha aperto un nuovo fronte di crisi anche perché attualmente non è chiaro il collocamento internazionale dei ribelli che hanno conquistato il Paese.
Il loro Capo Al-Jolani proviene da una famiglia benestante ed ha studiato in Istituti occidentali ma in passato ha anche inneggiato all’11 settembre.
Per ora è troppo presto per capire il posizionamento del nuovo Governo in corso di formazione. Di fatto Assad è uscito di scena chiedendo asilo in Russia.
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Il 2024 si è rivelato un anno decisamente interessante per i mercati obbligazionari, con alcune categorie di fondi che hanno registrato performance notevoli grazie a condizioni macroeconomiche favorevoli, tassi di interesse stabili e una rinnovata fiducia negli emittenti ad alto rendimento.
Le performance dei fondi obbligazionari nel 2024 riflettono una combinazione di fattori macroeconomici, tra cui politiche monetarie favorevoli, miglioramento dei fondamentali in alcune aree geografiche e una gestione del rischio più attenta da parte degli investitori.
In questo articolo faremo una rapida panoramica delle tipologie di fondi obbligazionari che hanno brillato maggiormente nel corso dell’anno.
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Settimana 19 novembre / 26 novembre 2024
La situazione geopolitica internazionale permane negativa senza concreti spiragli di tregua o piani di pace concreti, il che si traduce in incertezza sui mercati.
Un segnale significativo ci arriva dal prezzo dell’oro, risalito a oltre $ 2.618 mentre il petrolio permane sostanzialmente stabile con il brent in area $ 73,70 al barile.
Le criticità sopra richiamate hanno concorso nell’ultimo mese ad un andamento laterale, lievemente decrescente dei mercati con un contenuto ridimensionamento dei corsi nelle Borse UE, sebbene solo Parigi risulti ancora negativa rispetto ai valori di fine 2023.
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Settimana 12 novembre / 19 novembre 2024
Gli andamenti registrati sui listini nel corso dell’ultima settimana certificano che l’effetto positivo derivante dall’elezione di Trump è risultato meno impattante di quanto sembrava e si è mantenuto per un periodo molto ridotto.
Solo sul piano delle valute per ora l’effetto è significativo con il dollaro che si è bruscamente rivalutato da 1,09 circa a 1,05 circa.
Probabilmente il motivo di questa sostanziale risposta negativa va trovata sul fatto che il quadro economico americano è molto più complesso di quello che era presente nel primo mandato perché i conti pubblici sono in sofferenza, il rapporto debito/PIL è al 122% dal 106% e il deficit è passato dal 3,10% al 6,7%.
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Settimana 4 novembre / 11 novembre 2024
I dati sembrerebbero orientare i mercati finanziari verso una prima valutazione positiva della rielezione di Trump.
Ancorché si possa considerare che qualunque dei due pretendenti avesse vinto le Elezioni 2024 i mercati avrebbero potuto reagire positivamente nel breve termine, per effetto della riduzione delle quotazioni nelle ultime due settimane, è importante invece valutare le prospettive di medio-lungo termine perché sono quelle che realmente contano nel campo finanziario ed è troppo presto per considerazioni attendibili. Molto dipenderà dalle prime scelte economiche che saranno assunte dalla nuova amministrazione.
Se dovessero essere confermate le iniziative di natura protezionistica dichiarate da Trump, peraltro, potrebbe verificarsi nel lungo termine una ricaduta negativa sia per l’economia dei maggiori partners degli USA che per la stessa economia americana, con proiezioni di crescita dell’inflazione tutt’altro che improbabili.
Ricordiamo che a seguito della precedente elezione di Trump, le scelte reali si sono rivelate meno impattanti delle dichiarazioni elettorali e questa situazione potrebbe ripetersi.
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Settimana 28 ottobre / 4 novembre 2024
Nell’ultima settimana i mercati hanno registrato un approccio attendista in relazione alle imminenti elezioni USA.
Al momento gli scambi risultano rarefatti e le operazioni di lungo termine molto limitate, rivelando la poca propensione degli operatori ad agire in un contesto di incertezza. Tale atteggiamento potrebbe cambiare già da domani alla luce dei risultati che emergeranno.
Gli analisti ipotizzano, quale che sia il candidato che risulterà vincente, che i mercati potrebbero registrate un rally di breve termine, mentre nel lungo termine le differenti politiche proposte porterebbero ad effetti ben diversi fra loro.
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