
L’investimento in materie prime da sempre rappresenta una componente chiave per la diversificazione dei portafogli. Con l’evolversi del panorama economico globale, emergono nuovi trend che influenzano il mercato di riferimento.
Questo articolo esplora i principali trend attuali e futuri che stanno plasmando le opportunità di investimento in questo settore.
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Meta, Microsoft, Oracle, Alphabet e molti altri colossi temono che la tecnologia attuale possa minacciare seriamente le loro attività. Per le big tech globali, l’intelligenza artificiale rappresenta sia una benedizione che una maledizione.
Come sottolinea Bloomberg, da un lato i dirigenti competono nel mostrare quanto le loro aziende stiano sfruttando con successo questa tecnologia emergente, dall’altro sono consapevoli che, a lungo termine, essa potrebbe minacciare seriamente le loro attività.
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Mentre Nvidia vola in Borsa diventando la società con il valore di mercato più alto al mondo, l’atteggiamento più selettivo degli investitori sta portando a correzioni significative per alcuni dei titoli che avevano registrato i maggiori rialzi nel 2023.
Il boom del colosso dei chip ha infatti trascinato l’intero settore, stimolando la crescita di titoli con fondamentali decisamente meno solidi rispetto a quelli della società con sede a Santa Clara, California.
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Solo 18 mesi fa, alla fine del 2022, la maggior parte dei gestori prevedeva un calo delle azioni a causa della stretta monetaria in corso e della possibile recessione. Invece, grazie a un’economia forte e al boom dell’IA che ha spinto le Borse, si è verificato un notevole recupero rispetto ai livelli di fine 2021.
Non è stato quindi facile per i gestori superare i rispettivi indici, date queste premesse. Infatti, l’84% dei fondi azionari globali non è riuscito a battere l’S&P World Index nel 2023.
Un esempio significativo viene da Piazza Affari: con una performance del 33,4%, battere l’indice per i fondi azionari italiani è stato praticamente impossibile, con il 98% che ha fallito. Per i fondi azionari focalizzati sugli Stati Uniti, la percentuale di quelli che non hanno battuto l’S&P 500 scende al 66%, comunque una “sconfitta” complessiva per i gestori attivi.
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L’indice azionario italiano presenta una forte concentrazione di titoli finanziari che, dalla metà del 2023, hanno influenzato significativamente i rendimenti dell’intero paniere.
Questo è simile a quanto avviene per l’S&P500 negli Stati Uniti, trainato da Nvidia e da pochi altri titoli del settore tecnologico.
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