
Settimana 12 / 18 agosto 2024
Le aree di crisi potrebbero improvvisamente presentare una svolta perlomeno parziale: a Doha infatti si sono tenuti i primi negoziati volti a raggiungere un cessate il fuoco in Medioriente. Gli USA manifestano un contenuto ottimismo, confortato dalla temporanea mancata reazione dell’Iran alla recente uccisione del proprio leader politico. Prosegue invece l’avanzata degli incursori ucraini nella regione russa del Kursk, dove dichiarano di controllare ormai stabilmente oltre un’ottantina di insediamenti.
1. Mercati
Nonostante un contesto geopolitico ancora instabile, la settimana ha segnato un deciso cambio di rotta rispetto ai recenti timori di recessione, che avevano condizionato il mercato soprattutto nel corso della prima settimana del mese di agosto. Sia il mercato obbligazionario che, soprattutto, quello azionario hanno registrato crescite rilevanti nei controvalori, nonostante la scarsità delle contrattazioni dovute al periodo festivo.
I mercati americani azionari americani registrano una delle migliori settimane del 2024, sulla scorta di un ricorso ai sussidi sempre meno intenso e di un’inflazione che continua a sgonfiarsi.
L’Indice Nikkei prosegue un prodigioso recupero dai minimi, risalendo ancora (+ 7,91% nella settimana corrente, + 21,0% a partire da lunedì 5 agosto) godendo ancora di una politica più morbida da parte della Bank Of Japan, con Yen che permane debole.
Per quanto riguarda i tassi, la crescita dei mercati azionari americani recentemente registrata manifesta una crescente convinzione da parte degli investitori che la FED possa effettivamente avviare la fase di taglio degli stessi a partire dal mese di settembre. Resta da vedere se si tratterà di un taglio di lieve entità (- 0,25%) oppure se procederà in maniera più convinta (- 0,50%).
Per quanto riguarda lo stato di salute dell’economia italiana, si registra un nuovo record per quanto concerne il debito pubblico in termini assoluti: il dato attuale sfiora i 3mila miliardi. Tuttavia, un dato confortante arriva dalle entrate tributarie: a giugno +9,9% rispetto all’anno precedente.
Stellantis si trova invece a dover affrontare una causa che viene definita “priva di fondamenta” da parte della casa automobilistica, intentata da un gruppo di azionisti americani: secondo questi ultimi, l’azienda avrebbe fornito dati alterati prima di pubblicare i conti che hanno causato un calo in Borsa.
Per quanto riguarda le principali materie prime, i prezzi del petrolio hanno confermato il parziale decremento avviato nel corso della scorsa settimana, a seguito dell’impennata di inizio mese, mentre l’oro continua ad aggiornare i massimi e si scambia ormai a $ 2.515 l’oncia.
2. Principali valute
Si ricorda che l’andamento delle valute viene confrontato con il valore dell’EURO.
USD (dollaro americano) continua il deprezzamento in area 1,102 unitamente a NZD (dollaro neozelandese) a 1,82 e CAD (dollaro canadese) in area 1,51 rispetto all’EURO, mentre si registra un live recupero di AUD (dollaro australiano) a 1,65.
Anche MXN (peso messicano) ha recuperato terreno in area 20,54 così come ZAR (rand sudafricano) intorno a 19,68. Rimane debole BRL (real brasiliano) che si scambia a 6,03 rispetto all’EURO.
Prosegue ancora il trend ribassista della rupia indiana, che si scambia a 92,42 rispetto a EUR.
3. Principali indici
Come anticipato in apertura, i mercati azionari mondiali hanno registrato un trend di crescita generalizzato nella settimana corrente.
I principali indici si sono mossi come segue nella settimana: Nikkei + 7,91%, Nasdaq + 5,25%, Dow Jones + 2,86%, FTSE Mib + 4,25% fra gli altri.
Anche i mercati obbligazionari hanno registrato un recupero deciso, con i principali indici sui titoli Investment Grade che hanno guadagnato fino al punto percentuale. Rimangono leggermente indietro i titoli High Yield. La crescita è stata visibile anche sui Titoli di Stato, con il decennale che risulta ormai lontano dai rendimenti netti al 4% di alcuni mesi fa.